La prechiera delle preghiere consiste nel
contemplare il mondo dal punto di vista più elevato: quello di Dio
stesso che dichiara alla fine di ogni giorno della creazione: « E’
buono » (Gen. 1,4). Così scrive Emerson (1803-1882), il grande
difensore della libertà di pensiero, « la preghiera è lo spirito di
Dio che dichiara buone le Sue opere. La preghiera in quanto modo di
pervenire ai propri fini personali non è che furto e viltà ». La
preghiera è quel « monologare di un’anima radiosa », egli scrive
ancora; non chiede ma riceve, non è ricerca di soluzione ma
respirazione e ispirazione del soffio creatore di Dio. Il vero
esaudimento è allora quello che ci permette di dire sì alla vita e di
fare così vibrare in noi la soddisfazione di Dio quando contempla la
sua creazione. Sappiamo che questo sì scaturisce dal combattimento
senza tregua e sempre ricominciato contro le negatività della storia,
ciò che talvolta chiamiamo le forze del male, quelle potenze
dell’oscurità che ostacolano la nostra crescita verso il compimento.
Questo « sì alla vita » dà a ciascuno l’audacia di presentarsi al
mondo e di dire a tutti « eccomi! ». Essere esaudito significa essere
di nuovo capace di esistere, avere abbastanza fiducia in sè stesso
per credersi dotato di coraggio, di amore, di creatività, di grazia.
L’esaudimento delle nostre preghiere è l’esaudimento di noi stessi,
portati comme siamo dallo spirito di Dio che ci salva dal mediocre e
dall’assurdità, e ci permette di dire con lui « è buono! ». Questa
preghiera tramite la quale si anima in noi la spirito di Dio è il più
bel combattimento contro tutte le desolazioni e tutte le delusioni
del mondo.
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