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Il perdono: una impossibile necessità

I due, beninteso, sono legati, e non si può concepire l’uno senza l’altro. Colui che si sente colpevole avrà sempre difficoltà a perdonare agli altri, e colui che non sa perdonare si sentirà necessariamente colpevole, di questo, o di ogni imperfezione sua personale che gli ricorderà che anche lui è peccatore, e che meriterebbe di essere, anche lui, condannato. Il Padre Nostro esprime questo doppio legame con la formula: “Perdonaci le nostre offese come anche noi perdoniamo a coloro che ci offendono.” Questa disastrosa traduzione lascia pensare che il legame di condizione sia a senso unico, mentre è a doppio senso. Questi due perdoni, ricevuto e dato, partecipano ad uno stesso movimento che è di credere nel perdono e di volerci vivere. Perdonare è aderire ad una logica esistenziale, è credere in un Dio che è perdono, che ci perdona e ci invita a perdonare. Ed è in questo doppio movimento che si gioca la nostra liberazione.

In effetti, se Dio ci invita a perdonare le mancanze di coloro che ci hanno offesi, non è semplicemente per fare loro piacere. Certo, perdonare qualcuno significa liberarlo dal senso di colpa che forse prova nei nostri confronti, ma le offese più gravi e più brucianti per noi sono spesso quelle che l’altro non vuole nemmeno riconoscere, quando colui che ha fatto il male non domanda assolutamente il nostro perdono, né è pronto a capirlo.

Invece anche qui il perdono è essenziale. Perché il perdono non libera solamente colui che è perdonato, ma forse più ancora colui che perdona. Volere male a qualcuno significa essere ingombri di odio, di risentimento, di desiderio di vendetta, tante cose che degradano la nostra vita e ci allontanano dalla pace. Perdonare è, in un certo senso, liberare se stessi da tutti questi sentimenti negativi e mortiferi. Perdonare significa liberare se stessi per poter reimparare a vivere in maniera positiva. Perdonare è accettare di superare la ferita subita, è voler riconsiderare l’altro altrimenti, accettare che esista, e dunque che anche noi possiamo esistere senza riferirci in continuazione al male che ci è stato fatto. Perdonare è ancora, in molti casi, accettare di ricostruire una relazione con l’altro, levando quello che fa ostacolo tra noi e lui/lei nella relazione. Perdonare significa eludere il gioco dell’odio e della vendetta, è spezzare il circolo vizioso della violenza, che alla fine non può che ritorcersi contro di noi. È così che si può comprendere il celebre: “Se qualcuno ti percuote sulla guancia destra, presentagli anche l’altra” (Matteo 5,39). Lo scopo, evidentemente, non è di lasciarsi percuotere una seconda volta, porgendo una seconda guancia, ma di tendere una guancia altra, una guancia diversa, di presentarsi in maniera diversa davanti all’altro per rompere il circolo vizioso di uno scambio di violenza e risentimenti.

È vero che non è facile, ma è la sola via possibile perché avvenga qualcosa di costruttivo nella nostra vita, per trovare pace e felicità. Infatti non c’è alternativa, bisogna perdonare… o imparare a perdonare, o voler perdonare… Ed è senza dubbio per questo che il perdono si trova nella preghiera modello di nostro Signore. Non è detto come un comandamento morale: “tu devi perdonare”, ma si trova in una preghiera, perché in questo campo la volontà non sempre basta. È soltanto ciò che noi possiamo desiderare, e ci vuole necessariamente l’aiuto di Dio per arrivarci.

È anche un campo nel quale bisogna che impariamo a crescere passo dopo passo. D’altronde, fortunatamente, perdonare non viene imposto come un comandamento, cosa che aggraverebbe la nostra colpevolezza. Saremmo non soltanto ingombri di odio e di risentimento, ma in più saremmo colpevoli di non riuscire a perdonare, ovvero aggiungeremmo la sofferenza alla pena…

Il perdono è un augurio, un voto, una preghiera, qualche cosa che desideriamo ardentemente e che riceviamo da Dio, verso la quale vogliamo tendere, che orienta tutta la nostra vita, verso la quale ci vogliamo dirigere, che fonda la nostra fede, la logica stessa della nostra esistenza. È uno degli aspetti fondamentali della nostra fede che consiste nel credere in un Dio che è un Dio di perdono. Credere in lui non è necessariamente poterlo raggiungere, non è immaginare di potere, un giorno, essere altrettanto perfetti quanto lui, ma è lasciarsi orientare da lui, e lasciarsi ri-creare da lui per tendere verso quella meta che ci salva.

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