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Quale spiritualità per il XXI secolo?

Il buddhismo, per esempio, che conosce un certo successo, è una spiritualità che non comporta la credenza in un Dio che si suppone essere senz’altro trascendente; è una spiritualità della sperimentazione interiore, un certo modo di vivere nel proprio corpo, di vivere nel presente. Nella nostra epoca si sente il bisogno di una spiritualità che non sia semplicemente fondata sulla sottomissione all’autorità di certe credenze, di certi dogmi, di certe istituzioni religiose.

La ricerca spirituale oggi è orientata verso la liberazione personale, la felicità presente, e non verso un incerto aldilà; essa è orientata verso la ricerca della pace interiore di fronte alle angosce provocate da un mondo in crisi: si accrescono le ineguaglianze nella ripartizione delle ricchezze, aumenta la disoccupazione, la politica sembra invasa da una finanza senza freni e la crisi ecologica non può essere ignorata.

Le teologie liberali paiono decisamente adatte a rispondere alle attese dell’uomo d’oggi. All’interno delle tre religioni monoteiste (giudaismo, cristianesimo e islam) si sono sviluppate delle teologie liberali coscienti della necessità di “pensare la fede”, di relativizzare le dottrine, di parlare un linguaggio moderno adatto al dibattito pubblico, di promuovere la libertà di pensiero, di dialogare con le altre religioni e di rimettersi sempre in discussione.

“Dio dovrebbe essere quella istanza sovrastante che dall’alto del suo splendore interviene miracolosamente, quando gli pare, negli affari del mondo? Questo Dio-al-di-sopra rappresenterà sempre una minaccia per l’essere umano, che viene così ridotto alla condizione di pupazzo nelle mani di un tiranno, sempre spiato, sorvegliato, sotto controllo. Tale Dio è stato con ragione combattuto dall’ateismo” scrive Raphaël Picon nel n. 245 di Évangile et liberté, e continua “Solo un Dio in noi ci permette di riconquistare l’unica cosa di cui abbiamo bisogno per vivere: la fiducia; questa fiducia in sé che rende capace di agire e di credere, che permette di presentarsi al mondo e di essere con gli altri.”

Gilles Bourquin, pastore a Delémont (Svizzera), ci propone di riflettere sulla necessaria evoluzione delle teologie liberali protestanti, che permetteranno, in tensione tra tradizione e rinnovamento, di rispondere alle questioni esistenziali dei nostri contemporanei.

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