Abbiamo mille e una ragione di sperare

Mai la ricerca scientifica è stata tanto promettente. Non c’è mai stata tanta gente nei musei, tanti libri pubblicati, film prodotti, rappresentazioni teatrali e concerti in Francia. Mai stati tanti giovani pronti a impegnarsi per delle cause umanitarie, nel volontariato, mai tanto denaro distribuito in interventi caritativi. Mai c’è stata tanta gente pronta a impegnarsi in politica, mai tante leggi e decreti che proteggono i luoghi sociali, mai tante ricerche sull’economia alternativa. Non siamo mai stati tanto coscienti delle grandi minacce che pesano sull’ecosistema, mai tanto in allerta di fronte ai rischi del totalitarismo. Mai il dialogo tra le religioni è stato tanto valorizzato.

Davanti a tutto questo, noi non cederemo alle leziosaggini colpevolizzanti che certe Chiese ancora utilizzano per condannare il mondo a favore di speranze chimeriche, di un regno a cui nessuno più aspira.

Tutt’altra è la speranza alla quale ci invitano i vangeli, fondata su Cristo, vale a dire sul Sì senza riserve che Dio indirizza all’umanità. “Dio ha tanto amato il mondo”, ci dice l’Evangelo. È questo amore senza condizioni che ci permette di amare a nostra volta il mondo e di crederlo, in Dio, capace di meraviglie.

Vi sono dei drammi terribili, delle esistenze spezzate, in brandelli, ingiustizie e violenze spaventose. Ma di fronte a tutto questo ci sarà sempre un profeta, un saggio, un poeta. Ci sarà sempre Cristo per dirci che la vita non si riduce alle sue sconfitte. Ci sarà sempre un “tuttavia” per riagganciarci alla vita, per darci la voglia di crederci malgrado tutto, la voglia di sondare una novità ancora possibile, di fare la scommessa della speranza.

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