La Chiesa di Gesù si definisce non attraverso l’appartenenza di coloro che si credono benpensanti, ma attraverso l’accoglienza degli empi o dei malpensanti. […] Così, ecco il vangelo di Marco, un vangelo per tutti coloro che non sono in riga, per tutti coloro che non fanno parte del gruppo dei pii. […] Di modo che se si legge bene questo vangelo, si capirà che Gesù non è un provocatore e un iconoclasta per il gusto della provocazione. Gesù distrugge il mondo antico per fondare una nuova vita, una nuova comunità di vita.
La Chiesa di Gesù è una comunità strana, attraversata da correnti diverse e contraddittorie. È il gruppo in cui ciascuno deve riconoscere l’altro nella sua singolarità e nella sua differenza come compagno di Cristo alla stessa stregua sua. La Chiesa è una comunità multiforme, centrifuga, nella quale tutto è tenuto insieme dalla solidarietà. Solo questa solidarietà può rendere l’uomo libero. Gesù non abbandona nessuno: ecco la sua provocazione. Ecco la sua Chiesa. Non vi è nessuno spirito di purismo, di clan o di casta. La Chiesa non è un club in cui ci si sceglie in funzione delle proprie affinità. Al contrario, Gesù rompe solamente con i “puri”, con coloro che si separano dagli altri perché si immaginano di essere qualche cosa per se stessi. Abbandona solamente i settari che si riuniscono solo con i loro simili.
Così possiamo vivere solo sapendo che solamente delle persone diverse possono formare il profilo del Regno.
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