Che lo vogliamo o meno, la religione è vivace, è vivace tutta la religiosità che di solito la accompagna. In altri continenti, popolazioni di centinaia di milioni di persone, se non di miliardi, vivono sotto il segno di una religione o di un’altra. Lì dove un’ideologia ha voluto sbarazzare il popolo di ogni influenza religiosa, constatiamo che tale ideologia ha svolto (o svolge ancora!) funzione di quasi religione, oppure il ritorno della religione una volta che l’ideologia perde il suo morente, oppure ancora che la religione si è consolidata grazie alle persecuzioni. La religione, come sappiamo bene, è capace del meglio come del peggio. Quando non ce ne occupiamo, per esempio perché siamo laici per partito preso, allora lasciamo il campo libero al peggio. Ma rimediare a questo non è affare né dei politici né della polizia. Una religione sana e ben equilibrata è la sola in grado di scongiurare i danni, a volte devastanti, della cattiva religiosità. Abbiamo tutte le ragioni di perseverare nella nostra scelta posta sotto il segno dell’Evangelo e della libertà. Ne ha bisogno il cristianesimo, qualunque sia la sua etichetta; ne hanno bisogno anche le altre religioni, grandi o piccole.
Pour faire un don, suivez ce lien