Editoriale maggio 2020
James Woody
pastore della Chiesa Protestante Unita di Francia a Montpellier
e presidente di Évangile et Liberté, l’associazione del protestantesimo liberale.
Traduzione di Giacomo Tessaro
L’Ascensione è una presa di distanza teologica. Il racconto dell’Ascensione di Gesù, nel primo libro degli Atti, marca la distanza fisica che ormai si instaura tra Gesù e i discepoli, e per estensione, tra Gesù e tutti noi: Gesù non è più qui, tra gli esseri umani. Nell’ambito del protestantesimo la separazione di Gesù dall’universo dei viventi influisce sul senso della Cena, l’ultimo pasto di Gesù con i suoi discepoli. Durante la celebrazione della Cena Gesù, che non condivide più la nostra condizione umana, non è fisicamente presente: ecco perché, quando parliamo di “comunione” durante la condivisione del pane e del vino, parliamo di “presenza spirituale”. Possiamo dire la stessa cosa per la comunione che si concretizza tra le persone presenti, e anche con chi non è fisicamente presente, ma che si associa a quell’atto. Non è la consumazione del pane e del vino che concretizzano la comunione con Cristo o tra le persone, ma la fede, l’adesione incondizionata alla vita così come Cristo Gesù l’ha rivelata.
Sperimentiamo così fino a che punto l’assenza fisica del prossimo suscita il desiderio della sua presenza: l’Ascensione è in grado infatti di suscitare un desiderio nei discepoli, un desiderio che la presenza fisica, troppo ingombrante, impedirebbe. L’assenza fisica, la distanza con l’essere amato, l’amico, il maestro, non devono essere considerate dei disagi, bensì vanno vissute come occasioni di riappropriarsi di uno spazio di libertà personale, e quindi di responsabilità. L’Onnipresenza di Cristo, così come quella di un genitore, di un maestro spirituale o di un capo di Stato, è una maledizione; al contrario, la presa di distanza teologica, cioè l’Ascensione, ci libera da quei legami troppo fusionali che ci impediscono di mettere a frutto tutti i nostri talenti. L’Ascensione è la festa della nostra libertà.
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